I “pilastri” dell’azienda, con particolare riferimento al commendator Marco Buitoni e al dottor Bruno Buitoni; l’esperienza rivelatasi pioniera dell’asilo nido; le gite, le manifestazioni sportive, le parentesi al mare, le serate all’insegna di musica e ballo, le attività ricreative più in generale, ma anche le giornate di lavoro con il sorriso di uomini e donne dipendenti dello stabilimento, nonché le storiche confezioni di pastina glutinata che hanno conquistato i mercati di tutto il mondo. Il clima di familiarità e armonia e lo speciale rapporto fra direzione e maestranze traspare subito nell’ammirare le oltre 150 foto (in bianco e nero nella stragrande maggioranza) esposte nelle sale di Palazzo Alberti a Sansepolcro fino al 31 maggio.
Nel pomeriggio di giovedì 28 marzo il taglio del nastro per “Buitoni e il sociale”, la mostra voluta dal Cral Buitoni proprio per testimoniare come anche su questo versante – e non solo sulla innovazione legata a paste alimentari, biscotti e prodotti da forno – la grande realtà economica nata a Sansepolcro nel 1827 fosse all’avanguardia da decenni. Una breve cerimonia di saluto nella sala consiliare di Palazzo delle Laudi e poi il trasferimento nel fulcro dell’evento. “Ricordo benissimo, da ragazzo, cosa significasse per i cittadini di Sansepolcro lavorare alla Buitoni – ha detto il sindaco Fabrizio Innocenti, presente assieme al consigliere Giuliano Del Pia e all’ex primo cittadino Daniela Frullani – tanto che questa azienda, capace di proiettare nel mondo il nome della città, ha garantito benessere e sicurezza all’intero comprensorio altotiberino, al punto tale che anche qualche artigiano aveva preferito chiudere bottega per entrare alla Buitoni. La mostra è un omaggio doveroso in un periodo nel quale al Borgo non esiste più nemmeno il marchio”.
Ma per ciò che riguarda l’ambizioso progetto del museo dedicato alla Buitoni, il sindaco ha aperto uno spiraglio di sereno: “La soluzione di Palazzo Muglioni, che peraltro è di proprietà della Provincia di Arezzo – ha detto – era francamente un po’ troppo onerosa, ma stiamo lavorando per individuare una sede alternativa. Ci vorranno i giusti tempi e sono sicuro di fare una bella sorpresa ai nostri cittadini”. Il presidente del Cral Buitoni, Roberto Belli, ha ricordato il momento di massima espansione (erano i primi anni ’70), quando la struttura Buitoni aveva raggiunto i 7mila dipendenti, formando figure apicali di Sansepolcro che hanno diretto le unità produttive dislocate negli Stati Uniti, in Francia e in Sudafrica, poi ha lanciato un semplice appello: “Spero che in questi due mesi le visite non ci manchino e sono sicuro che andrà così, perché intanto ogni abitante di Sansepolcro conserva tutt’oggi un legame con la Buitoni, dovuto al fatto che un genitore, un parente o un amico vi hanno in passato lavorato e poi penso che la Buitoni sia stata a suo modo un patrimonio di tutti. Credo inoltre che qualcuno si muoverà anche da fuori, perchè francamente questa mostra lo merita”. Il vicepresidente del Cral, Paolo Nocentini e i suoi collaboratori hanno provveduto alla selezione delle foto e i pannelli sistemati nelle varie sale rispondono a una logica tematica per meglio guidare il visitatore.
Ci sono anche le apposite sale per la proiezione dei video inediti e per l’illustrazione a ciclo continuo del rendering sul progetto del futuro museo Buitoni realizzato dagli studenti dell’istituto medio superiore “Giovagnoli”. La mostra “Buitoni e il sociale” è aperta tutti i giorni: il lunedì solo nel pomeriggio dalle 16 alle 19 e dal martedì alla domenica anche al mattino dalle 10 alle 13.